Toscana - Prato - Poggio a Caiano
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Alcuni cenni sul comune di Poggio a Caiano
Poggio a Caiano è un comune italiano di 10.096 abitanti della provincia di Prato in Toscana. Con una superficie di soli 6 km² è uno dei comuni più piccoli della Toscana, costituito il 14 luglio 1962. Il territorio rappresenta l'ultima propaggine del Montalbano, protesa verso la piana di Prato e occupa alcune colline e rilievi (tra cui emerge il "poggio" che dà nome al comune) oltre che una piccola zona pianeggiante sulla sponda destra del fiume Ombrone. Si trova in una posizione strategica a circa 15 km da Firenze.
Storia
Periodo etrusco-romano
L'area pianeggiante antistante le colline di Poggio a Caiano risulta essere stata paludosa e poco abitata per lunghi periodi nonostante le bonifiche prima dei romani e poi del comune medievale di Prato, e questo ha determinato lo sviluppo storico del territorio, improntato, per lunghi periodi storici, sull'insediamento collinare. Non vi sono prove certe di presenza etrusca o romana, anche se il toponimo sembra essere un tipico prediale (fundus caianus cioè "di Caio").
Medioevo
Nell'alto Medioevo la viabilità principale era probabilmente di crinale (si veda per esempio il sistema di ospedali che partiva dalla chiesa di S. Martino in Campo e passando dalla Chiesa di S.Giusto e dalla torre di S.Alluccio giungeva a S. Baronto) e non interessava il territorio di Poggio a Caiano che invece sarà stato territorio d'insediamento. Di certo si può dire che questa area fu popolata già nell'Alto Medioevo; risultano infatti documentate in tale epoca le due chiese di S.Cristina in Pilli e di Bonistallo che nei secoli successivi si divideranno la giurisdizione sul territorio corrispondente a quello attuale di Poggio a Caiano. L'insediamento doveva essere del tipo sparso, come era regola in Toscana, anche se non è da escludere la presenza di piccoli nuclei, oltre che a S. Cristina in Pilli, anche in altre località come Le Torri, Le Croci, Petraia, Calcinaia e altre minori.
Nell'area di Poggio a Caiano dovrebbero essersi trovati anche possedimenti dei Conti Cadolingi di Fucecchio e dei monaci olivetani di Pistoia. Successivamente ebbero delle proprietà i Cancellieri di Pistoia che sembra abbiano costruito un fortilizio, probabilmente nello stesso punto dove oggi sorge la Villa medicea.
La posizione del territorio di Poggio a Caiano, sul margine del Montalbano, ma sulle rive dell'Ombrone pistoiese, ne ha di fatto determinato il suo sviluppo. Infatti l'area rientrante nel districtus pistoiese, divenne un punto strategico fondamentale per il controllo della piana, ancora in parte da bonificare, conteso tra Pistoia, Prato e Firenze. Fino al definitivo controllo da parte di Firenze, il territorio del Montalbano meridionale, controllato da Pistoia, era strutturato su una viabilità principale pedemontana, passante per Poggio a Caiano, che in parte è possibile ricostruire nel suo tragitto e su un sistema di fortificazioni incentrato su Tizzana, Bacchereto, Carmignano, Artimino e altre di carattere minore di cui rimane traccia nella toponomastica anche nel territorio poggese (per esempio "Le Torri").
La direttrice d'espansione di Prato passò invece attraverso la realizzazione del "ponte di Caiano" (oggi ponte del Mulino), proprio ai piedi del "Poggio di Caiano", verso il Montalbano.
Firenze invece dopo aver sconfitto definitivamente Pistoia e sottomesso Prato, segnerà la sua presenza nel territorio con la costruzione del ponte "all'Asse" e il tracciamento della strada verso Pistoia che sostituiva la strada pedecollinare altomedievale.
Età moderna
Giusto Utens, Villa medicea
Tra il XIV e il XVI secolo, Poggio a Caiano è stato anche un porto fluviale piuttosto importante per Prato, collegando la città, tramite l'Ombrone e l'Arno, agli scali marittimi di Pisa e Livorno.
Dal 1420 furono gli Strozzi e i Medici (prima Cosimo e poi Lorenzo) che iniziano ad acquistare terreni nell'intera area.
Fu grazie alla Signoria granducale che l'abitato conobbe la sua crescita decisiva intorno alla Villa medicea, e alla strada maestra pistoiese, mentre gli altri borghi collinari decadevano.
Poggio a Caiano fu punto nodale per secoli delle vie del ferro, commercio di fondamentale importanza per il Granducato. Il minerale di ferro veniva estratto nelle cave dell'isola d'Elba, portato sulla costa di Follonica e sottoposto ad una rudimentale fusione con la quale si ottenevano frammenti di ghisa (detta "ferraccio"). Il minerale veniva quindi imbarcato fino a Livorno o Pisa e proseguendo con barconi fino al Porto di sotto, in località la Lisca nei pressi della Gonfolina. Da qui se la portata dell'Ombrone lo consentiva, il minerale, trasbordato su barche più piccole, giungeva allo scalo del ponte all'Asse posto sulla riva di Poggio a Caiano in prossimità del "Magazzino del ferro" (che in realtà era la casa del "ministro" cioè del funzionario che vigilava sul traffico). Se la portata del fiume era insufficiente, il trasporto doveva avvenire per via di terra dal Porto di mezzo, passando per Signa e Lecore e da qui per una strada detta " Via del Ferraccio" si dirigeva direttamente al ponte. Il trasporto proseguiva con barrocci fino a Capodistrada, presso Pistoia e poi con animali da soma verso le ferriere della montagna pistoiese, dove abbondava il carbone di legna con cui il minerale veniva fuso e lavorato. Anche a Poggio a Caiano comunque il traffico del ferro fece nascere una radicata tradizione nella lavorazione del ferro con la presenza per tutto l'Ottocento di numerosi e qualificati fabbri alcuni dei quali raggiunsero una certa notorietà nel settore. Durante Firenze Capitale d'Italia (1865-1871) fu dimora del Re d'Italia.
Età contemporanea
Nel periodo contemporaneo, come altre aree e zone, il comune ha subito vari danneggiamenti. In particolare i bombardamenti del 1944 costarono alla città lo splendido Ponte di Ferro, fiore all'occhiello dell'ingegneria civile ottocentesca. La Villa medicea divenne allora il rifugio naturale degli abitanti del Poggio, ma non solo. Su decisione dei comandi Nazisti la Villa medicea non viene bombardata, e qui vengono nascosti e rifugiati, tra le numerose opere d'arte i "Quattro Mori di Livorno", la statua simbolo della città toscana minacciata dai saccheggi nazisti, o le sculture della Sacrestia Nuova di Michelangelo. Il 14 luglio del 1962, forte di una notevole espansione economica e di un diverso orientamento politico, Poggio a Caiano si separò dal comune originario di Carmignano e andò a formare un'amministrazione autonoma. Oggi Poggio a Caiano, comune con una ridotta estensione territoriale, si trova ad essere uno dei nodi cruciali dell'intera espansione dell'area e in particolar modo della viabilità con conseguente inquinamento viario. A questo proposito sono allo studio progetti di pedonalizzazione del centro e dell'area storica, anche se l'unica soluzione ai problemi pare essere una tangenziale esterna al paese di assai difficile realizzazione.
Alluvione del 1992
Via Soffici allagata, il 31 ottobre 1992
Ottobre 1992
Il mese di Ottobre 1992 fu molto piovoso rispetto alla norma nel bacino dell'Ombrone Pistoiese, infatti nelle giornate del 30 e del 31 erano caduti a Cireglio (frazione di Pistoia nel bacino dell'Ombrone), rispettivamente 58 mm e 76 mm, ma il dato dell'intero mese fu di 577 mm, molto superiore alla media. Pure a Pistoia il mese fu molto piovoso, in ottobre caddero 401 mm (basta pensare che la media pluviometrica annuale della città è circa 950 mm).
Tutte queste precipitazioni contribuirono a gonfiare molto il fiume, il quale però non destava particolari preoccupazioni, poiché tali piene sono abbastanza frequenti, e la sera del 30 ottobre nel paese fu relativamente tranquilla.
La rottura dell'argine
Nella notte tra il 30 e il 31 ottobre, intorno alle 23:15 l'Ombrone Pistoiese, in piena causa le piogge dei giorni precedenti, rompe gli argini nella zona industriale del paese. La falla di 30 metri riversa nella parte all'epoca in costruzione migliaia di metri cubi d'acqua, inondando il paese fino alla salita che porta alla Villa medicea. Le case di 1000 persone erano sommerse dai 2 ai 4 metri d'acqua, che rimase nel paese il giorno successivo, e ritirò il 1º novembre, per lasciare spazio al disastro del paese invaso dalla melma.
Giorni successivi l'alluvione
I giorni successivi all'alluvione furono molto tragici, poiché l'acqua del fiume, che in paese raggiunse anche i 4 metri di altezza, distrusse ogni cosa che incontrava, macchine, interni di case, fabbriche.
In piazza IV Novembre fu creata una vera e propria montagna di rifiuti, smaltiti in diversi giorni da ruspe e camion.
Monumenti e luoghi d'interesse
La Villa medicea.
Nel paese sono presenti vari edifici risalenti al Medioevo e al Rinascimento, tra i più importanti la villa e le scuderie Medicee, ma anche le chiese di Bonistallo e di Santa Cristina in Pilli, risalenti al secolo XI.
Architetture religiose
- Propositura di Santa Maria del Rosario, iniziata nel 1889 e finita nel 1903 ospita nella cappella a sinistra dell'entrata l'Incoronazione della Vergine di Alessandro Allori (1606).
- Chiesa di Santa Cristina in Pilli, documentata già nel secolo XI; purtroppo alcune superfetazioni (un corpo laterale e il portico di facciata) nascondono l'antica architettura e l'originario paramento murario è coperto dall'intonaco aggiunto in epoca più recente.
- Chiesa di San Francesco, documentata dal secolo XII, è la più antica; i Granduchi di Toscana, che nelle vicinanze possedevano la Villa medicea, ne ebbero sempre una particolare cura.
- Santa Maria Assunta a Bonistallo, documentata fin dal XIII secolo, ospita al suo interno una Madonna con rosario di Matteo Rosselli, e un San Francesco d'Assisi di Francesco Inverni, oltre ad un'iscrizione in latino in ricordo della visita e dell'indulgenza concessa da papa Leone X in occasione della festa di San Sebastiano nel 1515.
Architetture civili
Nevicata sulle Scuderie Medicee.
- Villa medicea, realizzata a partire dalla fine del Quattrocento su disegno di Giuliano da Sangallo per incarico di Lorenzo il Magnifico. Nel 1587 la villa fu teatro dell'improvvisa e misteriosa morte di Francesco I de' Medici e della sua seconda moglie Bianca Cappello. Nel bastione di sud-est della villa è presente una piccola cappella con la Pietà con i Santi Cosimo e Damiano, dipinta nel 1560 da Giorgio Vasari.
- Scuderie Medicee del secolo XVI, furono forse costruite sul modello delle scuderie di San Marco a Firenze.
- Ponte Leopoldo II del 1833, uno dei primi ponti sospesi costruiti in Italia, in un periodo pionieristico per l'affermazione di nuove tecnologie, materiali e linguaggi architettonici.
- Bargo di Bonistallo; si tratta di un piccolo bosco poco fuori Poggio a Caiano che occupa parte del colle di Bonistallo sulla cui sommità di trovano le due antiche chiese di San Francesco e di Santa Maria Assunta. Attualmente adibito a parco pubblico, dal XVI secolo fino al XIX secolo fu utilizzato per le attività venatorie dei granduchi e e della corte che risiedevano spesso nella vicina Villa medicea.
- Cascine di Tavola, già facenti parte della tenuta annessa alla Villa medicea di Poggio a Caiano, sono oggi inserite in un'area naturale di interesse locale.
- Villa di Cerreto, detta anche Cerretino, sulla strada che va dall'abitato di Poggetto verso quello di Petraia; si tratta di una villa medicea risalente al Cinquecento, che ha anche ospitato Bianca Cappello. La villa possiede un grande salone rinascimentale e due torri cilindriche, a guisa delle architetture militari del tardo Quattrocento.
- L'Istituto delle Minime Suore del Sacro Cuore; l'edificio è casa madre e sede generalizia della congregazione delle Minime Suore del Sacro Cuore, fondata nel 1902 dalla Beata Maria Margherita Caiani.
- Monumento ai caduti, in piazza XX Settembre, è dedicato ai caduti delle due guerre mondiali, e presenta rilievi sui lati, opera di Mario Moschi (1928-1930).
Altri edifici importanti sono:
- Palazzina Reale di Via Cancellieri (secolo XVII).
- Casa del pittore Ardengo Soffici.
- Villa Il Poggiale (secolo XVI).
- Villa La Cipressa (secolo XIII).